2E, ovvero Twice Exceptional.
L'ADHD è una caratteristica che si accompagna spesso alla plusdotazione. Personalmente non vivo tale neurodiversità come un "deficit" come viene descritto, così come non "soffro" di sinestesia. Un deficit è qualcosa che limita, che causa problemi nella propria vita, che causa la mancanza di qualcosa. Non mi accade niente di tutto questo. Fortunatamente queste accezioni negative stanno lasciando il posto ad una maggiore comprensione dei processi mentali differenti dagli standard. Io vivo l'ADHD come un modo differente e per me del tutto normale e corretto di applicare la mia attenzione. Ad esempio, se guardo un film intero è per stare in compagnia, ma non guarderei un intero film senza fare pause, durante le quali troverei, molto probabilmente, altro di più interessante da fare. La mia attenzione viene costantemente catturata da moltissime cose, quindi posso entrare in una stanza solo per prendere una cosa, e finire per rimanere a leggere un libro che vi ho trovato. Ma se ho degli impegni e devo rispettare degli orari, sono perfettamente in grado di gestirmi con notifiche e tabelle, o semplicemente a memoria. Quindi il mio pattern di comportamento è diverso da quello altrui, ma per me è fonte di soddisfazione. Un caratteristica molto importante che si tralascia sempre di dire è che chi ha l'ADHD è anche caratterizzato dell'iperfocus, ovvero la capacità di mantenere il focus più a lungo. Ad esempio, quando sono presa da una cosa che mi interessa, la mia concentrazione è profonda e può durare molte più ore di quella altrui, cosa che mi permette di studiare, imparare e fare molte cose. Quindi, se potessi scegliere di avere o meno l'ADHD la risposta sarebbe immediata: mi tengo volentieri il mio ADHD, così come mi tengo stretta la mia sinestesia. L'ADHD, rispetto ad una capacità di attenzione normale, ha tempi più variabili, più corti o più lunghi della media in base alla quantità di interesse per un determinato argomento.
Una volta realizzato che c'è questa differenza, si può usare a proprio beneficio. Infatti grazie al "deficit" di attenzione, io sono attratta da una moltitudine di cose che studio con passione, per poi passare ad argomenti sempre nuovi. Se nessuno mi impone i suoi tempi e le sue modalità (come succede a scuola), io imparo molto di più e su molti più argomenti. Il "deficit" a mio parere è causato dalla scuola che, soprattutto ai miei tempi, era incapace di gestire persone con modalità di apprendimento differente e stimolare la curiosità. Ecco perchè, una volta iscritta all'università dove ho potuto gestire i miei tempi e modalità di studio come volevo io, è sparita ogni complicazione.
E la sinestesia non mi causa "sofferenza" come ho letto con somma sorpresa in certe pubblicazioni, ma mi regala una varietà di percezioni più dettagliate, interconnesse e profonde che mi permettono anche di avere una memoria eidetica. Tantissimi artisti, pittori, musicisti, illustratori, miniaturisti; sono sinesteti. E sono sinesteti anche tutti i campioni della gara di memorizzazione del Pi Greco. Quindi queste neurodiversità e la loro combinazione, dal mio punto di vista sono vantaggi che nel mio caso sfrutto ad ogni occasione per accumulare conoscenze approfondite in campi molto diversi tra loro, riuscendo poi a richiamare alla memoria ciò che ho imparato con molta accuratezza.
Perciò bisognerebbe fare attenzione quando si attribuiscono aggettivi ed etichette a modelli diversi di pensiero, perchè le difficoltà di comprensione potrebbero non essere appartenenti alla persona fuori dalla norma, bensì a chi lo circonda. Questo è ancora più lampante con l'esempio qui di seguito.
L'ultima neurodiversità che mi appartiene è quella che a scuola hanno cercato di farmi odiare più di tutte, e che io invece amo molto: la discalculia. La discalculia è una forma di dislessia che riguarda i numeri, ed è un po' complessa da spiegare perchè ho imparato a dissimulare questa mia differenza da così tanto tempo che molti processi imitano piuttosto bene quelli altrui, fornendo peraltro lo stesso risultato, e di conseguenza non ho dovuto approfondire quali sono le modalità consuete di calcolo delle altre persone. Questa caratteristica non modifica la capacità di ragionamento logico-matematico: ad esempio, uno dei test che ho presentato per l'ammissione alla BRAIN Society (che richiede un QI pari o superiore a 146), era proprio un test di logica matematica. Ma quello che viene sempre omesso quando si parla di dislessie, è il rovescio della medaglia: ovvero le capacità di astrazione e logico-spaziali superiori, che mi regalano una naturale ed immediata comprensione dell'utilizzo di molti software avanzati di grafica e modellazione 3D, della visualizzazione di oggetti nell'occhio della mente, e progettazione di parti e meccanismi direttamente nei miei pensieri visivi, senza doverli disegnare. I miei pensieri sono tutti visivi e molto nitidi. In questo, forse, c'è anche un po' di sinestesia, ma è inutile cercare di separare tutte queste cose, perchè non sono separate nel mio cervello. Io le uso continuamente assieme per studiare tutto ciò che mi affascina, osservare tutto in modo approfondito, immaginare, inventare e costruire nuove cose da ciò che ho appreso.
Per quanto riguarda la parte "deficit" della discalculia, ci sono state difficoltà a scuola, a causa dell'iincompetenza e dell'incomprensione (quantomeno ai miei tempi): infatti con i miei metodi di studio personali, visivi e concreti, non ho mai avuto alcuna difficoltà di apprendimento. La scuola si basa su criteri standard e a causa di questo, chi possiede modalità di pensiero differente, non solo non viene valorizzato ma trova spesso un ambiente ostile. Come spesso accade nella società odierna si confonde l'uguaglianza con la giustizia: cercando di appianare le diversità e fingendo che queste non esistano, si compie proprio l'ingiustizia che si pensava di evitare. Invece, quando si riconoscono le differenze e si tratta ognuno in base alle sue necessità, si mette in atto l'uguaglianza. Sarebbe come se tutti dovessero indossare scarpe di una taglia unica anzichè ognuno avere la sua...
Una volta realizzato che c'è questa differenza, si può usare a proprio beneficio. Infatti grazie al "deficit" di attenzione, io sono attratta da una moltitudine di cose che studio con passione, per poi passare ad argomenti sempre nuovi. Se nessuno mi impone i suoi tempi e le sue modalità (come succede a scuola), io imparo molto di più e su molti più argomenti. Il "deficit" a mio parere è causato dalla scuola che, soprattutto ai miei tempi, era incapace di gestire persone con modalità di apprendimento differente e stimolare la curiosità. Ecco perchè, una volta iscritta all'università dove ho potuto gestire i miei tempi e modalità di studio come volevo io, è sparita ogni complicazione.
E la sinestesia non mi causa "sofferenza" come ho letto con somma sorpresa in certe pubblicazioni, ma mi regala una varietà di percezioni più dettagliate, interconnesse e profonde che mi permettono anche di avere una memoria eidetica. Tantissimi artisti, pittori, musicisti, illustratori, miniaturisti; sono sinesteti. E sono sinesteti anche tutti i campioni della gara di memorizzazione del Pi Greco. Quindi queste neurodiversità e la loro combinazione, dal mio punto di vista sono vantaggi che nel mio caso sfrutto ad ogni occasione per accumulare conoscenze approfondite in campi molto diversi tra loro, riuscendo poi a richiamare alla memoria ciò che ho imparato con molta accuratezza.
Perciò bisognerebbe fare attenzione quando si attribuiscono aggettivi ed etichette a modelli diversi di pensiero, perchè le difficoltà di comprensione potrebbero non essere appartenenti alla persona fuori dalla norma, bensì a chi lo circonda. Questo è ancora più lampante con l'esempio qui di seguito.
L'ultima neurodiversità che mi appartiene è quella che a scuola hanno cercato di farmi odiare più di tutte, e che io invece amo molto: la discalculia. La discalculia è una forma di dislessia che riguarda i numeri, ed è un po' complessa da spiegare perchè ho imparato a dissimulare questa mia differenza da così tanto tempo che molti processi imitano piuttosto bene quelli altrui, fornendo peraltro lo stesso risultato, e di conseguenza non ho dovuto approfondire quali sono le modalità consuete di calcolo delle altre persone. Questa caratteristica non modifica la capacità di ragionamento logico-matematico: ad esempio, uno dei test che ho presentato per l'ammissione alla BRAIN Society (che richiede un QI pari o superiore a 146), era proprio un test di logica matematica. Ma quello che viene sempre omesso quando si parla di dislessie, è il rovescio della medaglia: ovvero le capacità di astrazione e logico-spaziali superiori, che mi regalano una naturale ed immediata comprensione dell'utilizzo di molti software avanzati di grafica e modellazione 3D, della visualizzazione di oggetti nell'occhio della mente, e progettazione di parti e meccanismi direttamente nei miei pensieri visivi, senza doverli disegnare. I miei pensieri sono tutti visivi e molto nitidi. In questo, forse, c'è anche un po' di sinestesia, ma è inutile cercare di separare tutte queste cose, perchè non sono separate nel mio cervello. Io le uso continuamente assieme per studiare tutto ciò che mi affascina, osservare tutto in modo approfondito, immaginare, inventare e costruire nuove cose da ciò che ho appreso.
Per quanto riguarda la parte "deficit" della discalculia, ci sono state difficoltà a scuola, a causa dell'iincompetenza e dell'incomprensione (quantomeno ai miei tempi): infatti con i miei metodi di studio personali, visivi e concreti, non ho mai avuto alcuna difficoltà di apprendimento. La scuola si basa su criteri standard e a causa di questo, chi possiede modalità di pensiero differente, non solo non viene valorizzato ma trova spesso un ambiente ostile. Come spesso accade nella società odierna si confonde l'uguaglianza con la giustizia: cercando di appianare le diversità e fingendo che queste non esistano, si compie proprio l'ingiustizia che si pensava di evitare. Invece, quando si riconoscono le differenze e si tratta ognuno in base alle sue necessità, si mette in atto l'uguaglianza. Sarebbe come se tutti dovessero indossare scarpe di una taglia unica anzichè ognuno avere la sua...